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DA MILANO A CHIETI

Gli anni immediatamente successivi non ebbero la stessa intensità operativa del periodo civitonico; ad una breve sosta a Viareggio nel 1932, dove lavora come stuccatore, segue la permanenza per tré anni a Milano, dal 1934 al 1936. E' impegnato in una fabbrica di ceramica e, di questo periodo, sono ricordati soltanto alcuni ritratti, dei quali non ho rintracciato alcuna documentazione.

La vita dell'artista assume contomi segnati da profondo disagio economico e psicologico; nel frattempo erano nati altri due figli, Guidobaldo nel 1930 e Fiorello nel 1934, seguiti in modo prevalente dalla madre; il menage famigliare, come ha lasciato scritto la signora Zelinda in alcune memorie depositate anche esse nella Biblioteca di Vasanello, era segnato dai problemi gestionali appena evidenziati. E' lo stesso Francesconi che dichiara espressamente di aver abbandonato Milano "per forti dispiaceri" e di essersi stabilito in Abruzzo "in cerca di pace, di serenità".

Giunge inizialmente a Pescara ed ha come punto di riferimento il pittore Tommaso Cascella, il figlio del quale, Andrea, sarà allievo dello stesso Francesconi a Rapino, nelle fabbriche di artigianale ceramico Bontempo e Bozzelli, dove il nostro maestro lavorerà come scultore modellista.

I titolari della ceramica Bontempo avevano conosciuto Francesconi alla Fiera di Bari del 1934, dove l'artista aveva esposto alcuni soprammobili, insieme a Rocco Gabriele di Guardiagrele.

Ed è proprio a Rapino che Giulio apprende della morte di Lorenzo Viani, considerato il suo unico punto di riferimento. Le parole che l'affranto allievo lascia scritte meritano di essere riportate per intero:

"Quando il mio grande concittadino e mio caro maestro morì, mi trovavo a Rapino, in preda ad una violenta bufera morale, mentre la neve mi murava i piedi".

In tale sede, però, rinfrancato dal ritrovato amore per la ceramica, si distingue per perizia tecnica e doti artistiche, così come ricorda il teatino Giuseppe Di Cesare in una memoria manoscritta inviata per documentazione al Comune di Vasancllo: "Nell'arte ceramica fu un vero maestro. Lui faceva il modello e gli altri riproducevano".

Di questa sua attività di modellista e scultore restano poche opere, tra le quali ritengo giusto evidenziare le magnifiche figure in terracotta poste nella lunetta del portale della Chiesa del Sacro Cuore in Chieti; raffigurano la Madonna col Bambino e santi (Fig. 16), effigiati dalla cintola in su e caratterizzati da un'intensa spiritualità, accentuata dalla dolcezza degli atteggiamenti e dalla morbidezza del modellato.

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Fig. 16 - Madonna col Bambino e Santi - 1939/40 - Chiesa del Sacro Cuore - Chieti
(Terracotta - Foto)

Il piacere per le volumetrie sferoidali appare evidente nella figura del Bambino e nelle teste dei due santi, che emergono dal buio della lunetta con la potenza della loro definizione plastica; il volto della Madonna, severo e conscio del ruolo che era chiamata a svolgere, ha profondi richiami nella statuaria romana, assonanze accentuate dal velo e dal manto, così vicini alle figure muliebri che costellano la storia della città etema.

Anche in questo caso è giusto evidenziare la buona riuscita delle opere a carattere religioso affidate a Francesconi; è molto probabile, anche se appare crudo nel giudizio, ipotizzare una serenità operativa legata ad un riscontro economico; l'artista è sempre vissuto in precarie condizioni finanziarie e le opere che garantivano il benché minimo sussidio potevano essere eseguite in condizioni di relativa tranquillità.

Questo discorso, comunque, ha un taglio esclusivamente psicologico e può essere concepito solo dallo esterno, dato che il nostro artista^ è sempre dimostrato assolutamente lontano da ogni ipotesi di profitto. D'altra parte la sua esistenza ne rappresenta la migliore testimonianza possibile.

Dal 1936 al 1939 Francesconi si trattiene in Abruzzo: dopo Pescara, Guardiagrele e Rapino giunge a Chieti. Sollecitato dal prefetto Lepre ed incaricato dallo stesso, apre una scuola per la ceramica, la "Teatina Ars", e si inserisce pienamente nel contesto cittadino: conosce, tra gli altri, il Professor Francesco Verlengia, docente di Storia dell'Arte nel Liceo Giambattista Vico e mecenate delle figure artisti-che più significative di Chieti.

La frequentazione con quest' ultimo fu improntata ad una sincera amicizia; le lunghe passeggiate, costellate di discorsi sull'arte, erano interrotte da soste nelle osterie di periferia, sui tavoli delle quali apparivano spesso "tarallucci e salsicce di fegato".

La scuola ceramica, nel frattempo, si arricchisce di un corso sulla scultura, tenuto dallo stesso Francesconi, che annovera tra i tanti allievi la presenza di Pasquale di Renzo, 1' artista teatino che mosse i primi passi proprio nella scuola "Teatina Ars".

Il fatto o stato così riportato in un articolo apparso in una rivista locale: "Pasquale di Renzo conobbe, nel 1937, lo scultore Prof. Giulio Francesconi da Viareggio, con studio in Chicti a Via d'Aragona. Presto tra i due sorse una reciproca stima, tradottasi in affetto quando il giovinetto Pasqualino rivelò interessanti virtù d'arte. Purtroppo, come altri artisti, Giulio Francesconi visse modesto, angustiato da avverso destino, anche familiare, ma restò ostinatamente fedele all'arte per la quale soffrì molto.".

Una mostra di ceramiche e di sculture, svolta da Francesconi nei locali del Dopolavoro di Chieti, raccoglie molti consensi; a confermarlo sono alcune testimonianze pervenute dalla città abruzzese, inviate da persone che conobbero l'artista viareggino e che lo ricordano con profondo affetto e sincera stima.

Alcune opere restano a documentare il buon inserimento di Giulio nel contesto teatino; il Ritratto di Padre Isidoro (Fig. 17), frate francescano da Ripateatina e filosofo, è conservato attualmente nella Pinacoteca di Chicti e si distingue per la perfetta caratterizzazione psicologica ed il modellato scarno e sofferto, coerente con la spiritualità del soggetto.

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Fig. 17 - Ritratto di Padre Isidoro - 1937
Pinacoteca di Chieti
(Terracotta - Foto)

Il periodo abruzzese si conclude con la partenza dell'artista per l'Albania, durante la seconda guerra mondiale.

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