NOTIZIE STORICHE RELIGIOSE

CHIESE CHE FURONO E CHIESE CHE SONO

Qualche secolo fa, a Vasanello, esistevano ben diciasette chiese. Di alcune non è rimasta traccia come: San Ceconato, Santa Bruna, San Cricco, Santa Rosa, di quest'ultima è rimasta a testimonianza una cella che serviva alla Santa per penitenza.

Di altre sono rimaste testimonianze visibili come:

San Rocco

- Chiesa che sorgeva nel rione "Praticare", anticamente adibita per molto tempo come cimitero, di nessun interesse artistico. Trasformata poi in molino della farina, oggi è utilizzata dai proprietari come magazzino.

Sant'Angelo

- Sorgeva al centro del vecchio paese, risale al XIII secolo ed era il centro socio economico della vita paesana. Tra le sue mura, venivano registrati tutti gli atti di compravendita, di scambio e di donazione. Apparteneva all'Abbazia di S. Silvestro in Capite. Negli ultimi anni di attività, la chiesa era gestita da Don Tertulliano, era sede della "Compagnia della Buona Morte" e si riconosceva nella festa di San Michele (29 Settembre). Oggi è trasformata in magazzino.

San Sebastiano

- Era sicuramente la Chiesa più antica del paese, risaliva al XIII secolo e sorgeva allo estremo Nord in fondo all'antico borgo. Per accedervi era necessario salire 5/6 gradini, internamente era ornata da un affresco che rappresentava il martirio di S. Sebastiano. In una parete esterna, fu trovato un antico cippo di pietra bianca ai cui lati erano scolpiti una croce ed un candelabro. Questa chiesa era particolarmente frequentata dalle persone sofferenti di mal di ossa. Ogni anno, il 20 Gennaio (S. Sebastiano) vi si svolgeva una grande festa. Questa chiesa fù venduta e trasformata in abitazione.

Madonna del Rifugio (S. Antonio)

- Fu costruita tra il 1633 ed il 1640, con l'opera volontaria dei fedeli. Nei suoi pressi sorgeva il "Lazzaretto". Chiesa di nessun valore artistico. La tradizione vuole che l'immagine della Madonna, collocata sull'altare maggiore, fosse stata tolta da una edicola di un muro di un orto. Ancora oggi la chiesa è funzionale, anche se raramente vi viene celebrata la S. Messa. Il 17 Gennaio di ogni anno (S. Antonio Abate), vi si svolge una grande festa popolare.

Beata Vergine delle Grazie

- Chiesa antichissima che si dice sia stata sede delle suore benedettine col titolo di Abbazia. Una decina di scalini tufacei conducono all'atrio ed attraverso una porta trecentesca, a destra della quale è dipinta in una nicchia l'immagine della Madonna col Bambino, si accede alla chiesa. Nell'interno, sulla parete dell'unico altare, è dipinta la icone della Vergine ed intorno sono rappresentati i misteri dell'Annunciazione e della nascita di Gesù. Vicino alla chiesa vi era un cimitero all'aperto, le cui tombe scavate orizzontalmente nel tufo si trovavano quasi alla superficie del terreno. Un tempo non molto lontano, vi si officiava il 25 Marzo ed il Lunedì di Pasqua ed in questa ultima occasione, si svolgeva la "Poggiata" di Pasquetta. Per anni la chiesa fu abbandonata, ultimamente è stata ristrutturata. Chiesa di grande valore artistico per pregevoli affreschi della scuola del Perugino.

Cappella di S. Lanno

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E' una piccola chiesa di forma quadrata che nel 1878 fu elevata di qualche metro essendo rimasta al di sotto del livello stradale. La tradizione vuole che, nel punto in cui è sorta la Cappella, S. Lanno subì il martirio. Per accedere alla piccola chiesa è necessario scendere alcuni gradini, all'interno sulla parete dove è posto l'altare , vi è un grande affresco raffigurante S. Lanno a cavallo che impugna un vessillo crociato. Tale affresco di stampo rinascimentale (si legge la data del 1493), è sicuramente dipinto sopra una precedente pittura. Ai lati sono raffigurati due personaggi in piedi, sicuramente S. Antonio e S. Francesco. L'altare è costituito da un cippo di peperino rozzamente lavorato, sormontato da una pesante pietra di travertino; esso risale come tutta la cappella quasi sicuramente al IV o V secolo. Questa cappella non rappresenta alcun pregio artistico.

Chiesa di S. Giuseppe

- Piccola chiesa campestre che sorge a circa 1 km. dal centro abitato lungo la strada provinciale che da Vasanello conduce a Vignanello. Fu fatta costruire da Giuseppe di Modio nel 1726 e dedicata a San Giuseppe di cui era particolarmente devoto. Nel 1850 Giuseppe di Modio, nipote, estinguendosi con lui la stirpe ed il nome, trasmise questa chiesetta alla Famiglia Mariani. Il 19 Marzo 1959 Mariano e Salvatore Mariani, cessando con loro la discendenza maschile, restaurarono la piccola chiesa e la donarono alla figlia e nipote Contessa Lia Bianchi Ninni. La felice posizione di questa chiesetta campestre offre allo sguardo un panorama che ha pochi confronti, da rilevare che non offre allo sguardo particolare artistico di rilievo.

Cella di S. Rosa

- Chiesa rupestre situata poco distante da Palazzolo, risale probabilmente al X sec. Scavata nel tufo, era completata da una strutura di legno esterna, come si può dedurre dai fori nella roccia nei quali sicuramente erano sistemate le travature. Era ornata di affreschi di cui restano vaghe tracce.

San Silvestro

- Chiesa rupestre di particolare interesse per la volta a botte costruita con sassi squadrati nel tufo. Anche qui esistono vaghe tracce di affreschi. E' situata al centro della valle omonima in prossimità del Parco dei Fontanili.

Chiesa della Madonna della Stella

- Non ha grande valore storico, è stata costruita nel 1704, con la partecipazione di tutto il popolo. Sembra che, in quel periodo, ogni cittadino fosse tenuto a racimolare sassi ovunque, quando la raccolta raggiungeva un numero significativo di sassi, iniziava l'opera di muratura sino ad esaurimento di quanto raccolto. Quindi iniziava di nuovo la raccolta di sassi e successiva muratura, ciò andò avanti per una ventina di anni. All'interno della chiesa sul lato sinistro si trova l'altare dedicato a S. Emidio e di fronte quello dedicato a S. Rocco comprotettore di Vasanello. L'altare maggiore è rialzato di 2 gradini, ha la facciata ornata da bassorilievi ed ha addossate 4 colonne sulle quali troneggiano 2 statue, una raffigurante S. Barbara, l'altra non definibile. Ai lati dell'altare, vi sono due porticine, sovrastate da due busti, che conducono alla sacrestia. Sul lato destro della facciata, nel 1933, fu deposta una croce in ferro a ricordo delle Missioni. Il 29 Maggio 1950, sul culmine della facciata, a ricordo dell'Anno Santo venne posta una statua della Madonna, tutta in marmo, alta mt. 1,90. Per molti anni questa chiesa è stata aperta al culto, attualmente viene usata per mostre o iniziative varie.

Lando  Leoncini nella sua "fabrica ortana" dice che, il territorio di Bassanello era punteggiato da una fitta costellazione di chiese e cappelle, facenti parte della Diocesi di Orte - Bassanello e le enumera nel seguente ordine:

- S. Maria di Bassanello, affidata alla Compagnia del SS. Sacramento ed a quella della Disciplina.

- Cappella di S. Joanni Ius Padronato di casa.

- S. Salvatore Parrocchia e Arcipretario.

- S. Valentino, affidata alla Compagnia del S. Rosario.

- S. Angelo Compagnia.

- S. Sebastiano dei Disciplinati.

- S. Martino Capo di Contrada

CHIESE SITUATE FUORI DAL PAESE

- S. Valentino per la Via di Orte.

- S. Lucia.

- S. Maria delle Grazie.

- S. Joanni.

- Cappella dove fu martirizzato S. Lanno.

- Cappella di S. Rocco al poggio.

- S. Popolo in Contrada del Lago verso Bagnolo

- S. Ambrosi in contrada "Selvarella".

- S. Jaco in contrada detta "Valle di S. Jaco" nelle vicinanze di Aliano.

- Chiesa dei SS. Santicelli.

Per molte di queste chiese e cappelle è impossibile dire ove fossero state ubicate e quando furono innalzate. Resta solo il dedicatorio che il Leoncini ci ha tramandato con la sua opera.

Cappella di S. Joanni Iuspadronato

- Poco se ne sa di questa Cappella se non che, nel 1275, nel periodo di Gregorio X, vi si riscuotevano le decime essendo alle dipendenze della Diocesi di Orte.

Chiesa di S. Martino

- Non ha lasciato alcuna traccia, l'unico elemento che potrebbe permettere una localizzazione di questa Chiesa è la via tuttora esistente nel vecchio Borgo intitolata al Santo.

Chiese di S. Valentino e S. Lucia

- Non hanno lasciato traccia. Il Leoncini nella sua opera le cita ubicate lungo la strada che conduceva da Vasanello alla sua Diocesi, ossia Orte.

Chiesa di S. Ambrogio

- Il Leoncini la pone a Sud/Est del centro abitato di Vasanello, in località "Selvarella". La zona è ricca di casali, tutti di recente costruzione, per cui non si può ipotizzare neanche che qualcuno sia derivato dalla trasformazione della Chiesa.

Anche le Chiese di S. Jaco, dei Santicelli e del Santo Popolo, non hanno lasciato nessuna traccia della loro esistenzA.

Le due più importanti chiese di Bassanello, S. Maria e S. Salvatore, meritano una descrizione a parte per la loro importanza artistica e religiosa.
Nel corso di questo secolo, sino alla fine degli anni '40, tutte queste chiese erano gestite da ben 7 sacerdoti:

- Don Ferdinando Fabiani morto il 10-12-1917
- Don Paolo Purchiaroni morto nel 1918
- Don Teofrasto Mariani morto il 12-10-1918
- Don Checco Fabiani morto il 10-10-1926
- Don Romeo Scarelli morto il 23-10-1946
- Don Tertulliano Maracci morto il 16-01-1948
- Don Salvatore Mariani morto il 31-12-1957

Altri due preti, nativi di Bassanello, risiedevano ed esercitavano la loro missione fuori del loro paese natale:

- Don Salvatore Scarelli che esercitava a Roma
- Don Ignazio Mariani che risiedeva a Soriano del Cimino.

CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA

Presumibilmente si erge su di un tempio pagano ed è una costruzione di m. 25x12 per 15 di altezza. E' stata costruita tra il X e XI sec., con pietre rettangolari di tufo ben lavorate ed era addossata all'antica cinta muraria del paese.
All'inizio del '900, la chiesa di S. Maria era ridotta in uno stato deplorevole: il tetto lesionato, il soffitto cadente, il pavimento logoro. Il 5 maggio 1921, per iniziativa dell'Arciprete Mariani, si radunava un gruppo di cittadini volenterosi ai quali fu prospettata la necessità urgente di provedere al restauro della Chiesa; l'adunanza fu presieduta da S.E. Mons. Goffredo Zaccherini. Il giorno stesso veniva diffusa la seguente circolare:

     Ill.mo Signore
     Un lungo abbandono della Chiesa di S. Maria in Bassanello, ha recentemente
cagionato gravi lesioni a questo tempio medioevale, mettendo in trepidazione il cuore dei fedeli, e richiamando su di esso tutta l'attenzione della Direzione delle Belle Arti. Il pericolo ha determinato un risveglio generoso di fede e di arte, suscitando il desiderio di ridonare all'antico splendore questo insigne monumento d'arte romanica, nel quale riposano da molti secoli le reliquie del Martire S. Lanno.
     Ed allo scopo di conservare questo tempio vetusto, sotto la presidenza onoraria di S. Ecc.za Mons. Goffredo Zaccherini Vescovo di Orte, si è costituito un Comitato, il quale si rivolge alla S.V. Ill.ma affinchè voglia concorrere a quest'opera di religione e di arte con qualsiasi offerta, o almeno aiutarla con la carità della preghiera.

IL COMITATO

L'Arciprete Mariani fu l'anima di questo comitato, si rivolse a tutti gli Enti competenti e promosse numerose iniziative (sottoscrizioni volntarie, lotterie, recite, elemosine, lettere ai bassanellesi residenti fuori del paese) per la raccolta dei fondi. A tutte le famiglie che facevano un'offerta di almeno cinque lire, fu distribuita una medaglia espressamente coniata con l'effige di Maria S.S. Assunta in Cielo e di S. Lanno, rilasciando anche una schedula di ricevuta con queste parole di ringraziamento:

     <<Il Signore assista, benedica, protegga e difenda la Famiglia di .... che ha offerto Lire ....... prezzo di N. ...... mattoni, per il restauro della Chiesa di S. Maria.>>

Questo lavoro durò per più di due anni e si riuscì a raccogliere la somma di lire 15.000. Anche il Ministero della Pubblica Istruzione che aveva stanziato per il ns. restauro soltanto 6.000 lire elevò poi il concorso a 15.000 lire ed affidò la direzione tecnica dei lavori alla Sopraintendenza dei Monumenti del Lazio.

Nell'estate del 1923 la Sopraintendenza ai Monumenti del Lazio inviò a Bassanello l'illustre Architetto Cav. Venè il quale comprese subito l'importanza monumentale della ns. Chiesa e s'impegnò ad iniziare presto il restauro. Nella primavera dell'anno successivo era pronto il progetto; i lavori però dovettero subire un ulteriore ritardo per la promozione del Cav. Venè a Sopraintendente dei Monumenti dell'Abruzzo. Egli però aveva affidato l'esecuzione del suo progetto al Prof. Carlo Pieri il quale, dopo un sopralluogo (14-8-1924), dava ordine alla Coop. Edile Concordia di Nepi d'iniziare i lavori. La sera dell'11 settembre, con il trasporto nella Chiesa della Stella del SS.mo Sacramento seguito da tutto il popolo profondamente commosso, la Chiesa di S.Maria si chiudeva al culto.

Il 22 settembre una numerosa squadra di operai della Coop. Concordia iniziava i lavori con lo scoprimento del tetto. Secondo il progetto redatto dalla Sopraintendenza, il restauro doveva limitarsi alla demolizione e ricostruzione del tetto e del pavimento, all'abbattimento del tavolato, al raschiamento delle pareti e delle colonne, alla chiusura delle grandi finestre ed alla riapertura delle finestre (molto più strette) primitive; alla demolizione di una cappella esterna, addossata al campanile, che un tempo si trovava sulla linea delle mura castellane (Muraglione) che congiungevano la Chiesa con il palazzo Baronale.

Come sempre accade in queste opere di ripristino il progetto veniva successivamente modificato ed ampliato. Veniva abbattuta la cappella esterna; questa cappella era comunicante con la Chiesa e serviva per le adunanze delle Confraternite; tramite questa si aveva accesso in una piccola stanza piena di voti per miracoli e grazie ricevute da S. Lanno e poco più in là si trovava la nicchia dove nel 1628 era stato trovato il corpo del Martire e dove perennemente ardeva un lumino ad olio, alimentato costantemente dalla generosità del popolo tramite pie donne, l'ultima delle quali fu una certa <<Saruccia>>. Questo luogo era meta di continue visite di fedeli, ed era meta di continue visite di fedeli, ed era credenza popolare che nei tre giorni di festa del Patrono, appoggiando l'orecchio sul vetro del sepolcro, si sentisse il rullo di un tamburo. Si abbatteva un vecchio tavolato al di sotto del tetto. Veniva abbattuta anche una balconata interna, posta sopra la grande porta d'ingresso della Chiesa, dove aveva trovato posto per chissà quanto tempo un maestoso organo a 16 registri che messi tutti al forte, dava la sensazione che suonasse un'intera orchestra. Per accedere all'organo si doveva salire una stretta e buia scala posta all'interno del campanile. Nel corso delle funzioni l'organo era strimpellato da <<Peppe Faticone>> ed in qualche circostanza dal maestro Moretti. I ragazzini facevano a gara per tirare il mantice dell'organo. Cori a più voci erano istruiti dal maestro Moretti con accompagnamento anche di strumenti a fiato.

Le foreste del Cimino fornirono il legname del tetto ricostruito a cinque capriate, ciascuna con il monaco, e decorato con rombi e gigli. Il piano della Chiesa veniva ribassato di 40 cm. riportando alla luce le basi delle colonne, ed al vecchio pavimento di rustici mattoni di fabbriche locali, veniva sostituito da piccoli mattoni rettangolari di cemento (imitazione terracotta) disposti a spina, alternati con quadretti bianchi e chiusi d fasce di marmo distese lungo le colonne ed i muri perimetrali. Si raschiavano le colonne ed i muri riportando a nudo i blocchi di tufo.

Fine 1800 - Chiesa di S. Maria Assunta

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Venivano chiuse le otto grandi finestre ed altrettante finestrelle strette venivano aperte nelle navate, due venivano aperte nell'abside. Inoltre era aperto l'occhio della cappella del Sacro Cuore e l'occhio della facciata. Con questa nuova disposizione di finestre si otteneva un perfetto equilibrio di luce che si diffondeva dolcemente attraverso i vetri colorati in giallo-oro (dono del Col. Venturino Scarelli).

La scala arrotondata per accedere al presbiterio, veniva sostituita da un'altra rettilinea formata da nove gradini di travertino delle Cave-Ponzano e fiancheggiata da transenne di peperino che si prolungano sino alle pareti del presbiterio.

trovarono in questa splendida Cappella la loro degna e forse definitiva dimora. Alla cerimonia parteciparono il Card. Francesco Ragonesi ed il Vescovo della ns. diocesi Mons. Goffredo Zaccherini.

CHIESA DI S. SALVATORE

Di stile romanico, le linee sono simili a quelle della Chiesa di S. Maria ma rispetto a questa, la Chiesa di S. Salvatore è di dimensioni decisamente più modeste. Può ritenersi costruita tra la fine del X sec. e l'inizio dell'XI sec. Sorge all'estremità orientale del paese, è costruita in tufi rettangolari e misura 14 mt. di altezza, 10 mt. di larghezza, 17 mt. di lunghezza ed ha la facciata, come del resto tutte le chiese di Bassanello, rivolta ad oriente. E' divisa in tre navate da due file di 4 colonne cilindriche in peperino. In questa Chiesa è collocato il documento più antico, finora conosciuto, riferito al nome di Vasanello, un'epigrafe marmorea del 1038, lì posta sotto il pontificato di Benedetto IX (1032-1045) regnando Corrado II.
Questa lapide fu posta a ricordo di un certo Domenico, "Archipresbiter in castro Vassanello", e sepolto in un sarcofago davanti alla Chiesa di S. Salvatore. La tumulazione di questo capo spirituale della comunità di Bassanello in questa Chiesa fa pensare che, in quel periodo, quella di S. Salvatore fosse la Chiesa più importante del luogo. Inoltre questa epigrafe fa sorgere anche un enigma religioso in quanto questa chiesa di S. Salvatore risulta dedicata anche a S. Giovanni Battista, a S. Pietro, a S. Michele ed alla Beata Vergine Maria. Resta un mistero che una Chiesa sia stata dedicata a tanti santi, così indipendenti tra loro, poi scomparsi con il lento trascorrere del tempo.

IL RESTAURO

Anche per la Chiesa di S. Salvatore, come precedentemente per quella di S. Maria, si rese necessaria una operazione di restauro. I lavori iniziarono nell'autunno del 1940 sotto la direzione dell'architetto Guido Caraffa.
Prima cura fu quella del consolidamento dei muri perimetrali gravemente lesionati dalla pressione di volte a botte costruite nel 1853 con l'errato convincimento di creare un più solido sostegno alla Chiesa. Successivamente si demolirono le volte a botte e si abbatterono i pilastri in muratura, su cui poggiavano le volte, entro i quali erano racchiuse le primitive colonne in peperino. Si demolì tutto l'intonaco che ricopriva i muri perimetrali della Chiesa e fu ricostruito un bel soffitto con travatura in legno.
Sulle pareti interne della Chiesa, tolto l'intonaco, sono state rinvenute preziose pitture attribuite alla scuola di Antoniazzo Romano (1400) ed a Domenico Velandi della scuola di Lorenzo da Viterbo. Ben conservata è anche l'edicola della "Madonna della Febbre" dipinta da Filippo Scarelli, un bassanellese, nel 1878. Nel corso del lavoro di restauro è venuto alla luce anche un pregevole gioiello archeologico rappresentato da un altare in pietra a forma di ara romana. Sul frontale principale è scolpita
in rilievo una grande croce di chiara impronta bizantina dalla cui sommità partono rami con foglie di olivo sulle quali si posano due colombe. Dalla base della croce divergono rami al centro dei quali è scolpito un agnello. Ai lati dell'ara continuano i rami della base della croce che vengono azzannati da piccoli animali roditori. Il lavoro dell'altare, nel suo complesso, risulta poco rifinito e superficiale.
Sono poi state chiuse completamente le grandi finestre, anche queste aperte nel 1853, e ripristinate le piccole finestre a doppia strombatura. E stata ricostruita completamente l'abside di sinistra, che era stata soppressa in epoca imprecisata, per il collegamento della Chiesa alla canonica tramite un locale, ora demolito, per l'isolamento del tempio.

Anche il pavimento è stato ribassato per riportare il piano all'antico livello, operazione che ha permesso di riportare alla luce le basi delle colonne che delimitano le navate e riportare i gradini di accesso al presbiterio, sopraelevato di 80 cm. circa, alla loro antica funzione. Il lavoro di restauro riuscì perfettamente, ma il Tempio dava ancora prova di poca stabilità. Con continue pressioni presso le Belle Arti, si riuscì ad ottenere il consolidamento della Chiesa con catene.
Il lavoro venne effettuato sotto la direzione del Prof. Terenzio Alberto nel 1951. Il 4 Novembre 1956 con l'intervento del Card. Aloisi Masella, del Vescovo della Diocesi e sotto la guida spirituale del ns. parroco Don Mario, la Chiesa di S. Salvatore si riapriva al culto con una solenne cerimonia. Prima del restauro nelle vicinanze della Chiesa esisteva un muro di recinzione che delimitava un orto che normalmente veniva coltivato sempre dal parroco che gestiva, prò-tempore, la parrocchia di S. Salvatore; lo coltivò don Teofrasto e don Romeo.
Su questo muro di recinzione esisteva una cappelletta che racchiudeva una piccola immagine della Madonna del Rosario in terracotta, la base di questa cappella era costituita da un grande sarcofago di pietra la cui cavità era rivolta ad oriente. Congiunta all'orto, vi era una stalla; dai suoi archi, nicchie e da una epigrafe lì trovata è dato supporre che quel posto una volta era sicuramente una cappella, probabilmente dedicata a S. Valentino.
Con il restauro della Chiesa, tutto è stato trasformato e successivamente Don Mario, con l'aiuto di tutto il popolo di Vasanello, realizzò una sala cinematografica adibita anche a ricreatorio e la quasi totalità dell'orto fu messa a disposizione dei ragazzi per giochi.

Non si può concludere questo capitolo senza ricordare la violenta polemica, sorta in questi ultimi anni, per l'isolamento della Chiesa di S. Salvatore tramite l'abbattimento di alcune vecchie abitazioni adiacenti alla parte posteriore della Chiesa stessa. La controversia sull'isolamento della Chiesa è stata una delle cause che ha provocato addirittura la caduta di una amministrazione comunale. A tale proposito, se può servire, riportiamo la conclusione dell'architetto Guido Caraffa nella sua opera "Restauro della Chiesa di S. Salvatore in Bassanello":
"È augurabile che, a completamento dei lavori sinora fatti, sia possibile in prossimo avvenire demolire alcune modestissime casette, che sorgono dietro la Chiesa e che contrastano, con la loro povertà, con il carattere del paese nel quale non mancano esempi di architettura rinascimentale. Solo così sarà possibile completare, con una adeguata zona di rispetto, la valorizzazione di questa pregevole Chiesa, che per le austere linee e per l'epoca in cui fu costruita, merita certamente un posto notevole nella storia dell'architettura".

1920 - S. Salvatore ed il suo Campanile

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S. LANNO MARTIRE PROTETTORE della TERRA di BASSANELLO

Chi era S. Lanno ? Un giovane bello e gentile, abbandonato alla morte in atteggiamento dolce ed espressivo, come risulta dalla statua contenente le sue reliquie e conservata nella Cripta della Chiesa di S. Maria.

Secondo l'agiografia più nota ed accettata dalla tradizione orale e dialettale. Secondo gli approfonditi studi dell'Arciprete Mariani era nato a Colonia, in Germania, da nobile famiglia.

A circa 13 anni di età si arruolò nella guardia del corpo di Massimiano in qualità di Ufficiale ed in seguito fu trasferito nel Lazio al servizio di Diocleziano. Fu in Italia che il giovane conobbe la fede cristiana e la fece propria; amò con coraggio e fervore Dio, diffuse le sue idee e si dichiarò "Cavaliere di Cristo". Presto però fu deferito al pretore e dovette subire un processo ed una "passione" che terminò con la condanna a morte tramite decapitazione.

Tale condanna venne eseguita il 5 Maggio dell'anno 296, fuori le mura castellane di Bassanello e precisamente nel luogo dove ora sorge la cappella dedicata al Martire. Così narra il Leoncini "Questo atto e martirio del Beato Lando fu eseguito fuori le mura di Bassanello, incontro la porta , un tiro di mano ove è la chiesa di S. Lando e suo martirio, che sino da quel giorno ne ritiene il nome".

Durante il cammino dal castello al luogo dell'esecuzione, il giovane Lando donò la vista ad un cieco dalla nascita, successivamente questo prodigio accrebbe nella popolazione di Bassanello la venerazione ed il compianto per il giovane e l'odio contro i persecutori. Questo miracolo è riportato da più fonti, dal Leoncini: "Cappella ove fu martorizzato S. Lando... ove si illuminò un cieco".

E dal Costanzi: "Esiste ancora fama che vicino a morire, stando ancora tra le mani dei manigoldi, rendesse la vista ad un cieco dalla nascita".

La toponomastica locale indica a pochi metri dalla Cappella del Martirio una insenatura della Via Orfana (attuale Via S. Lanno), che da sempre è denominata San Ceconato. La condanna venne eseguita, alcuni fedeli si impadronirono del corpo del Martire abbandonato dai carnefici, per dargli onorevole sepoltura tra le mura castellane in un luogo segreto.

Qui il corpo del S. Martire ha riposato per più di 13 secoli.

Inizio Secolo - Processione del Corpus Domini

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Processione in Onore del Protettore S. Lanno - Ricordo del XVI Centenario del suo Martirio 5/6/7 Maggio 1903

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IL RITROVAMENTO DEL CORPO

Tra le mura castellane e la chiesa di S. Maria, in un angusto sito, vi era un loculo che per antichissima tradizione era indicato da tutti come tomba di S. Lanno. il 18 Gennaio 1628 una delegazione della comunità di Bassanello, composta da Don Sebastiano Pollioni Arciprete di S. Maria, e Pietro Fabiani, si recò Monsignor Gozzadini, vescovo di Orte e Civita Castellana, per richiedere regolare permesso ad esplorare il tumulo ritenuto da tutto il popolo il sepolcro del S. Martire.

Il Vescovo concesse l'autorizzazione. Segretamente venne aperto nel muro della tomba un foro che permise di individuare i resti di un corpo umano.  Il 25 Marzo dello stesso anno, furono scelti Michele Bottini e Pietro Fagiani (Presidente della Confraternità di S. Lanno), quali operai idonei alla delicata operazione di demolizione del tumulo che venne eseguita con diligenza in presenza del Vicario generale di Orte Don Bartolomeo Valentini, Don Sebastiano Pollioni, Don Giulio Moddi parroco di S. Salvatore e di Quintilio Pressutti, G. B. Celestini e Gregorio Gregori quali testimoni.

Fu ritrovato un loculo lungo tredici palmi (circa mt. 1,80), e largo 5 coperto da due lastre di travertino che poggiavano su pietre di tufo e peperino. Sotto due lastre fu rinvenuto un pilastro in travertino alto circa 2 mt. con scolpita una colonna sulla cui sommità era incisa una croce greca (attualmente è nella Cripta del Santo), quindi ancora una lapide di marmo della stessa lunghezza spezzata in due parti e decorata con mosaici (usata poi come stipite della porta secondaria della chiesa di S. Maria).

Nell'interno della tomba giacevano intatte le ossa di un corpo umano, non sconnesse ma disposte secondo le naturali giunture. Il corpo misurava circa 6 palmi e mezzo di lunghezza (circa mt. 1,69), la testa riposava ad occidente ed i piedi ad oriente. Fu rinvenuto anche del sangue congelato misto a terra che venne immediatamente riposto sigillato in un'ampolla. Il corpo ritrovato venne rinchiuso in una cassa di cipresso appositamente sigillata con Sigillo Episcopale in attesa, da parte della Chiesa, di un processo per il riconoscimento. Il 23 Marzo del 1630 la Congregazione dei Riti riconobbe in quelle ossa il Sacro Corpo di S. Lanno e con decreto del 6 Aprile dello stesso anno regolarizzètò tale riconoscimento. La traslazione del corpo del S. Martire avvenne di domenica.

I MIRACOLI

Anticamente sopra le arcate della navata centrale della Chiesa di S. Maria erano dipinti 14 medaglioni a testimonianza di altrettanti prodigi operati da S. Lanno. Elenchiamo di seguito alcuni miracoli che il Santo Protettore operò nel nostro paese:

- Da tempo immemorabile la festa di S. Lanno si onora a Bassanello il giorno 5 Maggio e per consuetudine si osserva come festivo anche il giorno 6 Maggio; in memoria della traslazione del corpo del S. Martire fu aggiunto anche il giorno 7 Maggio ed in questi giorni festivi ognuno si astiene dal lavoro. Accadde che un padre di famiglia, osservato il primo giorno di festa, si recò poi nei campi per lavorare. Al suo ritorno trovò nei campi alcune tartarughe che raccolse e portò in famiglia. Entrato in casa le depositò in terra e queste subito si trasformarono in serpenti, con grande spavento di tutta la famiglia. L'uomo cosciente dell'errore commesso ricorse al patrocinio del S. Martire e fu esaudito; la casa restò immediatamente libera da quei mostri.

- Un uomo si arrischiò ad attraversare il fiume Tevere a guado, travolto dalla furia delle acque e sul punto di annegare si rivolse a S. Lanno e scampò da morte ormai sicura.

- Eustachio figlio di Agostino Nerca, si ammalò all'età di 7 anni perdendo l'uso delle gambe. A 20 anni, fu condotto presso il sepolcro di S. Lanno dalla madre Massimilla, quando tornò a casa iniziò a camminare.

- Domenico, figlio di Giovanni Mariani aveva perduto l'uso del braccio sinistro, condotto al sepolcro del Martire, lo riacquistò per sua intercessione.

- Il figlio di Rocco Gentili, Domenico, malato ed in fin di vita, dichiarato come caso disperato anche dai medici, fu portato presso la Cappella di S. Lanno, fu steso nudo sopra l'altare e subito recuperò la salute.

- Donna Rosa di Millo, ossessa da demonio, fu esorcizzata da Don Mario Fucitola arciprete di Bassanello dinanzi al sepolcro del S. Martire e per sua intercessione fu liberata dal maligno. Lo stesso avvenne con Clemenza moglie di Pietro Cassandra e molte altre donne.

- 1 Aprile 1628 Fuccellara Lanno di Sante di anni 16 così deponeva davanti al Vicario Generale di Orte:

" Ritrovandomi io stroppiato da 6 anni in qua in questo piede dritto, e di questa mano dritta, di modo, che per detto tempo sono stato mai padrone di questa parte dritta, nè avendo mai possuto fare cosa nessuna, ritrovandomi, comeì ho detto così impedito, tanto che avendo inteso dire pubblicamente per la terra, che si era ritrovato il glorioso corpo di S. Lanno, per esser io particolarmente divoto, per esser Santo il mio nome, però con ferma certezza, e fede, che mi avesse da guarire per aver anco inteso, che molti a gloria sua si erano liberati da diverse infermità colle'essersi unti con l'olio della lampada. Però jer sera, dopo il sono dell'Ave Maria andai con certa speranza e fede a visitare quel glorioso Corpo, e per ungermi anco con l'olio della stessa lampada. Così postomi in ginocchioni avanti quella Santa Sepoltura, pregai detto Santo che essendo per la meglio, mi volesse liberare da detto impedimento, e devotamente mi unsi questa mano col Sant'olio della lampada, e così stetti un poco inginocchioni, facendo orazione, avendo messa la crocciola lì in terra, e mentre stavo facendo Orazione mi sentii dire al cuore, che mi levassi in piedi, e non pigliassi la crocciola, e così feci, e mentre mi levai in piedi, mi sentii libero della mano, e del piede, tanto che nell'istesso istante mi misi a camminare, e scento per la scala, venni in Chiesa, dove avanti l'altare di esso Santo mi spogliai ignudo, e lasciai tutti i miei panni, e la crocciola, per segno di riconoscenza della grazia ricevuta, e il popolo tutto, che era presente, vedendomi libero, cominciò ad alta voce, a strillare "Misericordia", ed io allora me ne andai a casa, accompagnato da infinità di popolo, che strillava "Misericordia ".

- Il sig. Pietro Fabiani depone nel corso del Processo Canonico:

" Oggi essendo venuta Donna Diamante moglie del quondam Angelo Gentili di età di anni 60 incirca parimente con le crocciole avanti detta Sepoltura a fare Orazione, ritrovandosi storpiata da 10 anni in quà, e più, essendo stata per un pezzo anzi quasi tutt'oggi avanti essa Sepoltura a fare Orazione, con dirottissimo pianto, finalmente sulle ore 23 in circa si è partita camminando benissimo da se stessa, e senza dette crocciole, quali ha lasciate assieme a tutti li vestimenti, che portava, essendosi spogliata nel detto luogo, e poi rivestita di nuovi panni, che aveva mandato a ripigliare in casa, il che visto dal popolo, essendo cosa tanto miracolosa, si è cominciato a strillare "Misericordia" con pianti dirottissimi, e stridi di ringraziamento a detto santo. E' stata accompagnata a casa dal popolo, camminando da se e liberamente ".

Anticamente S. Lanno estese i suoi prodigi anche fuori di Bassanello, sopratutto a Citerna nella diocesi di Città di Castello, dove si divulgò molto la devozione al ns. Santo grazie all'opera di Martino Vespasiani, antenato della famiglia Mariani, che nel 1728 era Commissario per la Sacra Consulta.

Ecco alcuni miracoli operati da S. Lanno in questa terra.

- Un bambino di nome Francesco figlio di Ottavio Giunti, dal popolo creduto malmenato dalle streghe, ma in realtà ulcerato in tutto il corpo, quasi in fin di vita, unto con l'olio della lampada del Sepolcro di S. Lanno, fornito dal Vespasiani, guarì immediatamente.

- Il sig. Paludio figlio del Cap. Giovan Francesco, giaceva in fin di vita con febbre altissima; unto con lo stesso olio della lampada del ns. Protettore all'istante guarì.

- Il sig. Felice Beccarini era stato colpito da gravissima malattia ed i medici, dopo aver tentato tutte le cure possibili, dichiararono il caso disperato. Il fratello del malato, Padre Bonaventura, guardiano del convento di S. Francesco, ricorse al patrocinio del ns. Santo e dopo aver unto il malato con l'olio della sua lampada, subito notò un miglioramento ed in seguito guarì perfettamente.

Altri miracolati nel suddetto paese furono:

- Antonio del Moro, Francesca Corcioschi di 9 mesi, Barbara Viciechi, Giacomo Antonio Pacini.

Torniamo ai prodigi operati nel ns. paese:

- Francesco, figlio di Giacomo Maracci di Bassanello, nacque con le palpebre degli occhi chiuse, e venne dichiarato cieco. Quando fu condotto al fonte battesimale, il parroco Don Lanno Antonio Celestini, Arciprete di S. Maria, suggerì alla madrina ed ai presenti che, prima di riportarlo a casa, lo deponessero sull’altare di S. Lanno e con fiducia lo raccomandassero a Lui. Così fecero e con stupore videro che il bimbo aveva gli occhi aperti.

- Alla fine del 1793 ed al principio del 1794 Bassanello fu colpito da una gravissima epidemia che mieteva molte vittime, specialmente tra i giovani. Monsignor De Dominicis, Vescovo di Orte, esortò la popolazione a rivolgersi al S. Protettore con un triduo di preghiere ed una solenne processione per le vie del paese con le Sante Reliquie. Il 9 Febbraio 1794 ultimo giorno del triduo, nel pomeriggio doveva svolgersi la solenne processione, nel corso dei Vespri fu chiamato con urgenza il parroco Don Bernardino Ralli al capezzale di Giovannetti Nicola di venti anni già munito di Sacramenti ed in stato di coma. Il parroco non avvertendo più il respiro del giovane malato fece inginocchiare i presenti esortandoli a recitare un Pater Ave Gloria a S. Lanno. Terminata l'orazione il moribondo aprì gli occhi e disse: " Oh ! S. Lanno mio ". Era guarito. Questo era anche il presagio che il flagello dell'epidemia era terminato per l'intercessione di S. Lanno presso Dio.

- Sin dai tempi più antichi S. Lanno ha goduto di grande fama di taumaturgo dei sofferenti dal dolore di testa. Infatti sia in Bassanello che da altri paesi, i malati sono sempre accorsi in grande quantità ottenendo la guarigione sia con l'accostare la testa al finestrino del suo sepolcro o semplicemente ungendosi con l'olio della sua lampada. Centinaia sono state le guarigioni dei dolori alla testa.

- Al principio del XVIII secolo, un furto sacrilego sconvolse la comunità cristiana di Civita Castellana, ignoti avevano trafugato le Sante Reliquie dei Patroni S.S. Marciano e Giovanni. Tutte le accurate ricerche svolte non avevano dato esito alcuno. Il 22 Aprile 1701, il Vescovo Mons. Simon Paolo Aleotti, si recò in visita a Bassanello e celebrò la Santa Messa presso l'altare di S. Lanno. Terminato l'ufficio, comunicò ai fedeli che aveva invocato il patrocinio di S. Lanno per il ritrovamento delle reliquie dei S.S. Martiri di Civita Castellana. Il Vescovo fu poi ospite del Castello per il pranzo e verso la fine del desinare un cameriere gli comunicò la visita di un eremita che aveva urgente bisogno di parlargli. Il Vescovo ricevette immediatamente l'eremita che gli offrì un involucro contenente le S. Reliquie dei Martiri S.S. Marciano e Giovanni. Avvertito anche l'Arciprete Don Cesare Pini, Mons. Aleotti gli andò incontro esclamando: " Arciprete, ed intercessione di S. Lanno, si sono ritrovate le Reliquie dei Martiri di Civita Castellana ".

STORIA DELL'INNO di S. LANNO

Ogni bassanellese conosce e canta nel corso delle processioni l'Inno di S. Lanno, ma sono pochi che ne conoscono l'origine nonostante esso sia nato a Bassanello in epoca molto recente.

Nel 1939, alle soglie della seconda guerra mondiale, tra i vari sacerdoti che esercitavano nel ns. paese ve ne era uno in particolare che aveva una grande passione per la musica e si divertiva a suonare un vecchio pianoforte acquistato per la somma di lire 135 da Don Corrado Ralli di Orte.

Questo sacerdote era Don Tertulliano Maracci che, oltre alla passione per la musica, nutriva una particolare inclinazione anche per la poesia.

Avvenne che un giorno una suora dell'asilo infantile di Bassanello fece avere a   "Nano i' vappo", altro grande appassionato di musica, uno spartito musicale già compilato che aveva rinvenuto tra varie scartoffie. Si trattava di un Inno dedicato ad un Santo Martire di autore ignoto. Nano sottopose lo spartito musicale a Don Tertulliano, a cui era legato da sincera amicizia, subito questi pensò di realizzare con quella musica un inno da dedicare al ns. Santo Patrono. In pochissimo tempo, erano imminenti le feste patronali, scrisse le parole appropriate al tipo di musica e adattate alla gloriosa storia del Martire.

Il 4 Maggio 1939, nel primo pomeriggio, venne a Bassanello la Banda Musicale di Vallerano che, nella Chiesa della Stella provò questo inno cantato dalle "Figlie di Maria", già preparate da Don Tertulliano.

La sera, nel corso della processione di apertura delle feste patronali, per la prima volta venne eseguito questo inno che poi diverrà l'Inno ufficiale del Patrono di Bassanello.

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INNO A S. LANNO

Irrorato di sangue prezioso
scintillante lo scudo e il cimiero
odi l'inno celeste guerriero
che si eleva da un popolo a te.

Fu la fede tuo scudo e la Speme
fu tuo usbergo nell'orrido agone
e vincendo nell'aspra tenzone
Bassanello cristiano si fe.

Questo suol di tuo Sangue bagnato
con le vie su cui l'orme lasciasti
queste genti che a Cristo portasti
benedici e sian sempre con te.

A chi al santo tuo avello si prostra
non negar tue grazie e favori
ma il tuo cuore pietoso ristori
chi ti invoca e ti chiede mercè.

Bassanello tua patria seconda
cui lasciasti le spoglie tue in dono
col tuo sangue o celeste Patrono
a te sempre a rivolto il suo cuor.

Tra i perigli nell'ansia e nel duolo
da te sempre protetti e difesi
noi vivremo sicuri ed illesi
se ci guardi con un occhio d'amor.

A S. Lanno fedeli rendiamo
il tributo di gloria e d'onore
a chi sol di Gesù per amore
e per noi tanti strazi patì.

E di un inno di grazie risuoni
ogni casa ogni valle ogni campo
ch'ei per noi fu d'Averno lo scampo
e per noi tutto lieto morì.

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Don Tertulliano morì a Bassanello il 16 Gennaio del 1948.

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